Hjero

3° parte

Il Primo approccio

 

"così tu saresti Hjero ! " proseguì il topo scrutandolo a lungo con attenzione. Hjero provò un brivido di freddo, era notte, così la stanza , illuminata dalla luce fioca della lampada che stava sul comodino, era gelida e lui era fuori dalle coperte, ma la ragione principale era che cominciava a sentirsi a disagio; non era proprio cosa consueta trovarsi nel cuore delle notte a tu per tu , con uno strano tipo di quasi-topo dalla lunga barba bianca , che parlava come un uomo e che ritto sul letto lo stava squadrando come a volergli prendere le misure.

"e oggi, se non sbaglio, è il tuo compleanno, fai sette anni !"

" si ! " annuì Hjero " ma tu come fai a saperlo ? "

" oh, lo so, lo so, so tante cose io che nemmeno te le sogni !" lo guardò ancora con attenzione e poi disse . " ti avevo sempre immaginato diverso, da come sei "

" diverso ? " Hjero era il volto dello stupore

" più, più ... più " il muso , contratto nella riflessione, quasi si deformò

" più ? " insistette Hjero , guardandolo fisso quasi ad individuare cosa stesse pensando Bacho.

Bacho ci pensò ancora non riuscendo a trovare l'immagine giusta " vah, lasciamo perdere, forse andrai bene anche così !" concluse

La conclusione di Bacho non convinse neanche un pò Hjero, a questo punto infreddolito, a disagio e ... pieno di curiosità; all'improvviso sgranò gli occhi, alzò il sopracciglio e scese veloce dal letto, lasciando per un attimo sorpreso Bacho, indossò velocemente la lunga vestaglia di lana, poggiata sulla poltroncina che era lì a fianco, e si lanciò nuovamente sul letto atterrando proprio vicino a Bacho che perse l'equilibrio e per poco non cadde. Con l'indice della mano dritto sul muso di Bacho, lo sguardo fisso e minaccioso e con tono perentorio sibilò " adesso mi racconti tutto, eh ! "

Bacho rimase imperturbabile e mosse appena l'angolo del muso " mi vuoi scantare ? " disse " ci vuole ben altro , che farmi il solletico .. ! " e spostò il baffo che l'indice di Hjero aveva piegato verso l'alto.

Poi guardandolo fisso, fu come se a un certo punto gli brillassero gli occhietti, ma usando lo stesso tono continuò, " il collo, tirati su il collo della vestaglia ! " il tono suonava come un ordine

"cosa ? "

"avanti, tirati su il collo della vestaglia "

era troppo stupito per rispondere, così Hjero ubbidì senza fiatare

" si forse .. potrebbe essere .. " e proseguì " e ora scendi dal letto "

Hjero voleva dire qualcosa, ma se ne astenne e scese dal letto

" vai lì , davanti alla luce, che possa vederti bene ! "

Hjero non sapeva cosa pensare e .. cosa fare .. e quindi non fece e non pensò nulla, si limitò ad eseguire quanto gli veniva chiesto.

" dritto, mettiti dritto – avanti, di più, mento in alto .. e .. un po' di portamento santo caruso, ancora sai di latte, ma sei un Trigoma , per tutti i diavoli ! "

"dove voleva arrivare, quel maledetto topo ? " pensò Hjero fra sé, ma inorgoglito per quel "Trigoma " fece senza fiatare quanto gli aveva chiesto e improvvisò una posizione, il più impettita possibile

" preciso , sei preciso spiccicato a lui" sentenziò Bacho "due gocce d'acqua !"

" a lui, chi ? " e il suono si perse nelle alte volte della stanza .

 

 

 

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