Hjero

 

7 ° parte

 

Il Nascondiglio

 

" è scolpito nel legno non può girare " si lamentò Hjero all'ennesimo tentativo fallito e con i polpastrelli delle mani che gli dolevano per lo sforzo

" fammi pensare" rispose laconico Bacho " vah, può essere ! forse non era quello giusto, .. è per questo che non gira !"

" e me lo dici adesso ?" piagnucolò il ragazzo

" dopo tanto tempo posso anche essermi scordato .. il guaio è che non ho più la memoria di una volta, non ce l'ho più ! quando ero giovane, un'altra cosa era " e poi, quasi prendendosela con se stesso " che fà mi impicco, così chiudiamo la faccenda e non se ne parla più ? " poi chiuse gli occhi per concentrarsi meglio e alla fine sentenziò " eh si ! ... può essere, può essere .. già forse è quell'altro rosone, quello a destra .. provaci che vediamo se gira !" continuò Bacho ignorando lamenti e lamentele del piccolo Trigoma.

Hjero, lagnandosi sommessamente, provò con l'altro rosone indicatogli da Bacho, ma le sue mani dolevano e avevano perso la forza necessaria a forzare sul legno.

"mi fanno male le mani Bacho, non ce la faccio, non ce la faccio !"

e lui di rimando " che fa, ci fermiamo qui ? "

" ma non ci riesco !"

" così io ho aspettato tutti questi anni inutilmente e tu .. hai perso .. tutto quello che ti è stato lasciato ! bella conclusione, ah .. ti va bene così ? "

" non ce la faccio, ti dico che non ce la faccio, le mani mi fanno troppo male "

" glielo dicevo, io, che era troppo nico, troppo carisitto ! A sette anni che si può pretendere ?, ma Don Hjeronimus , nenti, niente .. da quell'orecchio non ci voleva sentire .. testa dura, testa dura, i Trigoma ... tutti quanti .. fino dal primo".

Ascoltando Bacho che parlava della sua famiglia e del suo antenato .. Hjero ebbe uno scatto d'orgoglio, raccolse tutte le forze che gli restavano, sgranchì un pò la mano ed interruppe i pistolotti di Bacho

" va bene, ci riprovo .. ci riprovo "

Bacho, che in realtà stava mettendo alla prova il ragazzo, studiandone ogni più piccola reazione, fece finta di intenerirsi e guardandolo lo chiamò

" ohu ! .. aspetta ... avvicinati .. forse ho qualcosa per te! " e nel mentre frugava con le mani chissà dove, sotto la sua lunga barba.

Il piccolo Trigoma si avvicinò, e il quasi-topo fece comparire sul palmo della mano una piccola scatolina di legno

" è un unguento speciale !"

" unguento ? "

"una pomata , fa miracoli ! .. dammi le mani , avanti .. con le palme in sù ! "

Hjero non era per nulla convinto, ma fece come gli era stato chiesto e sentì le dita ossute di Bacho che stavano spalmando sui suoi polpastrelli una sostanza gelatinosa; non aveva mai sopportato l'unto sulle mani e stava per protestare un'altra volta , .. ma avvertì subito che il dolore ed il bruciore stavano svanendo, all'istante.

" va meglio, vero ?"

"si !"

" e io .. che ti dicevo .. miracolosa !" .. " ringrazia la buonanima di Don Antonino ! " soggiunse

Hjero sapeva che i miracoli solo il Buon Dio ed i Santi sanno farli, ma se di miracolo non si trattava , certo quell'affare gelatinoso che Bacho gli aveva spalmato, era qualcosa di speciale, molto speciale e quando le sue mani tentarono nuovamente di girare l'altro rosone indicatogli da Bacho, si accorse che erano tornate forti come prima , se non di più !

La rosa di legno, prima fece una rotazione quasi impercettibile poi , sbloccatasi, fece un mezzo giro, come gli aveva detto Bacho; si sentì un rumore metallico ovattato ed una leggera vibrazione della libreria, come se qualcuno l'avesse spinta leggermente in avanti.

" bene, il primo passo l'abbiamo fatto .. e ora .." esclamò Bacho

" e ora ? " gli fece eco Hjero

" ora devi scendere .. e venire vicino a me .. a spingere "

Hjero scese, col viso corrucciato, consapevole che le fatiche non erano, a quanto sembrava, ancora finite. Appena accanto a Bacho si accorse che la libreria si era come staccata dal muro - ecco la risposta al rumore ed alla vibrazione che aveva sentito prima – staccata, quanto bastava a farci passare dentro un suo dito.

" dobbiamo spingere , non guardare! " subito lo sollecitò Bacho; con sorpresa di Hjero appena ci si appoggiarono per spingerla, la libreria scivolò sul lato, leggera e silenziosa, scoprendo un passaggio , un buco nero del quale non si vedeva il fondo.

" Ohhh " esclamò Hjero e la sorpresa lo lasciò immobile a guardare; Bacho invece per nulla sorpreso, scivolò sicuro nell'oscurità del varco, che certo doveva essergli familiare e accorgendosi che il ragazzo se ne stava dietro ancora impalato, lo chiamò:

" che fai ti fermi lì, ... che, sei diventato statua, ora ? "

Le parole di Bacho scossero Hjero che finalmente si mosse addentrandosi con cautela nel cunicolo; percorsi i primi passi il fondo del buco nero s'illuminò all'improvviso di una luce fioca e saltellante nella quale si stagliava fra luci ed ombre il viso di Bacho: teneva in mano una vecchia lampada a petrolio che oscillava ad ogni suo movimento e che disegnava sul suo volto ombre spettrali.

" allora, lo sai che ore sono ? Non possiamo stare qui tutta la notte, vieni, vieni !"

Illuminato seppur debolmente dalla luce fioca della lampada, Hjero si accorse che quello che all'inizio sembrava essere solo un cunicolo era in realtà un corridoio del tutto simile a tanti altri in giro per casa, e conduceva in una stanza, una stanza della casa che lui non conosceva, che nessuno forse conosceva.

 

 

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