Hjero

 

 

6 ° parte

La vecchia libreria

 

" come .. un sarto ! E le misure stavolta erano quelle giuste " rispose Bacho e sembrava proprio soddisfatto

" è un bel regalo .. ? " disse Hjero

"cosa ? " Bacho fece finta di non capire

"è un bel regalo quello che .. che " Hjero non sapeva come chiamare il suo benefattore

" Don Hjeronimus " lo imbeccò Bacho

" si, lui Don .. Don Hjeronimus .. ha pensato di farmi !"

" certo, altro che regalo ! .. lui faceva sempre cose grandiose, ma questa volta ci aveva proprio un pensiero e per quello che ho potuto capire, ha fatto ancora di più .. "

" un tesoro ! .. " proseguì Hjero .. quasi ammutolito dalla notizia

" un tesoro .. un tesoro ! " confermò Bacho

" un tesoro molto grande ? " e gli occhi di Hjero si aprirono ancor più del solito, mostrando due pupille scure e profonde

" è sveglio il picciriddo e pieno di entusiasmo" pensò Bacho, già soddisfatto di quel primo approccio e continuò .

"di inestimabile valore ! Così mi disse .. ma adesso non pensare al tesoro .. quello verrà alla fine .. prima c'è tutto il resto.. il tesoro sarà il tuo ... traguardo .. quando ci arriverai"

" cosa devo fare ? " chiese pronto Hjero

" cosa devi fare .. già " ripetè pensoso Bacho " intanto .. devo mostrarti la sala del .. " lasciò cadere le ultime parole, quasi gli avessero bruciato la lingua e riprese dicendo " ti devo mostrare un posto .."

"sono pronto" disse lesto Hjero e il suo tono tradiva l'emozione e la curiosità, "nessuna difficoltà e nessun nemico l'avrebbero fermato" così promise a se stesso, immaginando già epiche battaglie e montagne immense da scalare.

Ci pensò Bacho a riportarlo bruscamente nella realtà: " che ci vuoi venire così in pigiama ? svelto mettiti qualcosa addosso che è notte .. e prendi freddo " poi quasi fra sé commentò "da che mi ricordo io .. è sempre stato freddo in questa casa, di notte "

" dove dobbiamo andare ? " svanite battaglie e montagne, il tono di Hjero tradiva un certo timore .. dovevano forse andare via, lontani da casa ?

" vicino, vicino .. non ti preoccupare .. se ci hai voglia e .. non sei ancora rimminchionito di sonno "

Hjero guardò Bacho con aria di riprovero .. "possibile che Bacho dovesse sempre usare quei termini ? " e Bacho cui non sfuggì quello sguardo severo di Hjero di rimando proseguì

" alla mia età, i giri di parole e i salamellecchi non servono più .. sono vecchio e rimbambito e questo mi dà la possibilità di dire quello che voglio e .. come mi piace " lanciò al ragazzo un'occhiata astuta e sorniona e commentò " e poi .. a chi ci verrebbe voglia di riprendere a uno come a mia ? "

Forse Bacho aveva ragione, pensò Hjero ... a volte anche il nonno se ne usciva con delle parole che facevano tanto arrabbiare la nonna e lui si giustificava più o meno nello stesso modo; deve essere un vezzo delle persone anziane , concluse fra sé e sé.

Mentre dopo essere sceso dal letto si rinfilava la vestaglia ed indossava le scarpe da camera, Hjero continuava a pensare ai discorsi di Bacho e alle sue parole

" giorno per giorno, seguendo la tua famiglia da più di quattrocento anni"

così aveva detto Bacho, ma non poteva essere vero .. nessun essere vivente poteva essere così vecchio e la domanda venne fuori senza che lui lo volesse "Bacho .. ma davvero hai più di quattrocento anni ? "

"non li conto da un pezzo, però ... può essere, può essere " poi vedendolo sconcertato proseguì " non ci puoi credere, vero ?"

" come è possibile ?" rispose Hjero ma era come se avesse detto " non è possibile ! "

e Bacho quasi a tranquillizzarlo continuò " a volte anche le cose che sembrano impossibili accadono " e dopo un attimo di studiato silenzio proseguì " e potrebbero capitare anche a te, cose a prima vista impossibili .. e allora che fai carisitto ci crederai ? " Hjero non rispose nulla e poi timidamente domandò

"potrebbero capitarmi delle cose impossibili .. come vedere un .. un drago .. o qualcosa di simile ? "

" un drago ? " santu caruso ai draghi pensa ", fu la riflessione di Bacho " .. si, si un .. drago, anzi di più di uno ! "

Hjero era affascinato " più-di-uno, sei sicuro ? comunque .. io non ho per niente sonno .. sono pronto ! " era emozionato.

" e allora avanti, vieni .. ci abbiamo tante cose da fare"

Bacho con la mano libera dal bastone strinse con forza, tirandolo, un lembo della pesante vestaglia blù e bordò di Hjero - apprezzato ed utile regalo di sua nonna prima dell'inverno – e quasi lo trascinò davanti alla vecchia libreria in noce. Considerata l'età, il passo claudicante e l'appoggio al bastone, Bacho era estremamente agile, così notò Hjero che non finiva mai di stupirsi dello strano essere, metà uomo e metà topo.

Appena davanti alla libreria, quasi nascosta in un angolo della grande stanza, Bacho si fermò guardandola dal basso verso l'alto, girando lo sguardo da destra a sinistra, dall'alto in basso, quasi a ripercorrerla tutta con lo sguardo.

Quella che avevano davanti era una antica libreria in legno così scuro da sembrare nero, con una parte bassa, chiusa da massicci sportelli dello stesso legno, lisci e leggermente ricurvi ed una parte alta, a giorno, costituita da semplici tavole di legno assai spesse, occupate per intero da vecchi libri col dorso in pelle e le scritte d'oro; dei larghi montanti verticali di legno scolpito, con figure di uomini, donne, teste d'animali e motivi floreali la dividevano in tre parti uguali

" questa libreria, da che mi ricordo io, c'è sempre stata .. deve essere nata con questa casa .. se potesse parlare sai quante cose ti racconterebbe .. "

"davvero, è sempre stata qui ? " chiese incuriosito Hjero

" già, da prima che Don Hjeronimus entrasse in questa casa .. quando ancora era un convento .."

"un convento ? "

" non lo sapevi ? un convento era, proprio così ! .. vediamo se mi ricordo ancora come si fa ! " disse Bacho e, dopo un attimo di muta riflessione, riprese " lo vedi quel rosone di legno" disse indicando col dito un fregio della libreria

"si " rispose Hjero

" e allora, se lo vedi, vallo a girare .. così " e con la sua specie di mano indicò una rotazione in senso orario.

Per arrivare al rosone, troppo alto per lui, Hjero si arrampicò, poggiando i piedi sull'ampia superficie, che costituiva al tempo stesso il primo ripiano della libreria ed uno spoglio austero scrittoio inutilizzato da sempre, e fece quanto gli era stato indicato, ma nonostante tutti gli sforzi quel fiore di legno non si mosse, nemmeno di un grado;

 

 

 

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