Hjero

 

11° parte

Nel nome di Dio

 

Nel nome di Dio e della Santissima Trinità e della Immacolata sempre Vergine Maria, trovandomi io infrascritto , Hjeronimus Trigoma, prossimo al compimento del mio ottantesimo anno di vita, sono però per la grazia di Dio di mente, senso, loquela, ed intelletto e della mia propria ragione ben composto, riflettendo non esservi cosa più certa della morte , ed altrettanto incerta l’ora dell’istessa, che perciò dubitando che non sia chiamato all’eternità alle volte repentissimamente senza che pria avergli disposto degli onori e privilegi da Dio Signore Nostro per Sua bontà donatimi, ho deliberato intanto mentre ho spazio di vita, ed integrità di memoria fare il presente mio solenne et in scripty legato che affido al mio fedele e insostituibile servitore ed amico, perché ne sia garante di certa e completa applicazione, per cui dispongo come infra, poiché così voglio e non altrimenti.

Pria di ogni altro, voglio dare testimonianza che per gli onori e privilegi da Dio Signore Nostro per Sua bontà donatimi, sotto i miei occhi ho visto crescere nella stima e considerazione della gente l'importanza della mia casata, Trigoma, e di ciò testimonio non per vanto personale, ma per renderne grazie al Sommo ed Immortale Iddio, alla Sua Gran Madre, e Sempre Vergine Maria Avvocata nostra al mio Sant’Angelo Custode che ha sempre accompagnato i miei passi sulla giusta via. Aggiungo poi , acciocché sia messo a conoscenza di chi legge questo mio in scripty legato, che voglio dare testimonianza che questa casa, divenuto il palazzo dei Trigoma è lascito del Reverendissimo D. Antonino Bonanno, per sua liberalità e generosità nei confronti miei e dei miei discendenti. Aggiungo altresì che sempre dal Reverendissimo D. Antonino Bonanno mi sono state trasmesse, conoscenze e strumenti, per volontà di Dio nel tempo accresciute, uniche per ispecie ed importanza, che mi hanno consentito di conoscere e combinare gli elementi e guardare il trascorrere del tempo. Ho avuto il privilegio di vedere il passato e ancorpiù il futuro dei Trigoma, ho visto chi mi seguirà nel tempo e ho avuto la possibilità di vedere pure chi sarà l'ultimo dei Trigoma e così l'ho descritto in una schedola particolare affidata, al mio fedele e insostituibile servitore ed amico, perché ne sia garante di certa e completa applicazione, dopo la mia morte; per cui dispongo come infra,poiché così voglio e non altrimenti.

E acciocché non sia motivo di tristezza per chi mi legge sapere essere l'ultimo della casata Trigoma, come ho visto tante volte proprio da questo posto accadere, consideri che al sole del tramonto oramai consumato segue il nuovo sole del mattino pieno di luce e di calore, perché la vita è continuo succedersi e rinnovarsi e il vecchio annuncia il giovane, il buio la luce, così la fine dei Trigoma annuncia l'inizio di una nuova casata che illuminata dalla luce della Fede, per la grande Bontà del Sommo ed Immortale Iddio, per intercessione della Sua Gran Madre, e Sempre Vergine Maria Avvocata nostra e sotto la custodia del Sant’Angelo Custode che ha sempre accompagnato i passi degli uomini sulla giusta via, potrà avere un lungo e luminoso cammino, ma questo è un augurio perché ciò non mi fu dato vedere.

Aggiungo poi, acciocché sia motivo di riflessione che non essendoci cammino senza insidie e che i passi degli uomini se non sono guidati dalla luce Divina, perdono la strada lungo il cammino ...

 

E per pagine e pagine Hjeronimus Trigoma annotò compiti ed obblighi del suo ultimo discendente, ciò che avrebbe potuto fare e pure quello che non avrebbe dovuto fare mai; Hjero era stanco e i suoi occhi si chiudevano per la stanchezza e per la fatica di leggere quella scrittura antica e sbiadita, ma la voce di Bacho e qualcosa di più profondo gli impedirono di smettere di leggere fin quando non arrivò in fondo

 

Lascio tutte le mie conoscenze e i miei segreti come legato al mio ultimo discendente, acciocché possa farne uso nel compito affidatogli, con quelli vincoli ed obblighi che ho già spiegati, poiché così voglio e non altrimenti.

 

" dovrò fare tutte quelle cose ? " chiese intimidito e poi continuò " ne sarò capace ? " e la sua voce tradiva il timore di una prova troppo grande per le sue piccole giovani spalle

" certo, certo che ne sarai capace " lo tranquillizzò Bacho " ne sarai capace!, domani, però .. ora è troppo tardi per metterci in cammino"

A cullare Hjero crollato nel sonno appena il suo capo si poggiò sul cuscino ci pensò la notte dolce e silenziosa.

 

 

 

 

 

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