Rime 1980 - 1989

 

 

1980

Dietro ai vetri

d'inverno

quanti sogni ,quando la pioggia scroscia

ed inzuppa il terreno

e la senti bussare sui tetti

e ti sembra che viva.

Quando penso alla pioggia

le do quindici anni

forse perché sa stregare

e riempire di vita

anche i muri più burberi e tetri.

 

1980

Oggi mi sento un barbone

con questi capelli arruffati

il fegato e il cuore

me li hanno rovinati.

Che voglia di far niente

ho le gambe malferme

ed un vuoto nella mente.

Oggi mi sento strano

ho bisogno di parlare

prendi fra le tue mani

la mia mano

mi fa tanto sereno

averti vicino.

 

20 Sett. 1980

E in un istante

ti ho confuso la mente

ti ho guardato negli occhi

e ti ho fatto vedere

un raggio di sole

e un lago di buio

ti ho apparecchiato

una realtà di mille colori

guarnita di tanti dubbi

una fetta di vita

e uno spicchio d'ansia

da mangiare assieme.

E ancora non sai

se essere stupita

offesa, arrabbiata

o follemente innamorata

se hai di fronte

una montagna da scalare

o un topolino da guardare

scrutare per bene

e poi strillare, strillare.

 

1980

E poi la sera, e poi la sera

fatta di buio, fatta di te

del tuo respiro

delle tue mani

dei nostri sogni appena sussurrati.

Docile quieta sera

trascorsa insieme

annegato nel buio e nelle tue parole

quando desidero fermare il tempo

perché non venga giorno.

 

28 Sett. 1981

Sciacqua

nell'acqua

il remo

un colpo dopo l'altro

scandisce il tempo

come una pendola paziente

ed accompagna il sole

che all'orizzonte

( muore )scende lentamente.

 

1981

I segreti riposti dell'anima

incerti e inscrutabili

quando tu dici di conoscermi

mi sembra così stupido

e tu pazza ed ingenua.

Cosa passa in un attimo

negli occhi tesi nel vuoto

mille strani pensieri

ed il vento che soffia

se li porta con sé

ne conduce tanti altri per mano.

La mia mano è una coppa

piena di desideri

e speranze appena accennate.

Se fossero ciliege

le tue malignità

quale immenso canestro

dovrei con me portare

anche se a dirle

è la tua bella bocca

è una brocca di fiele

che al tramonto del sole

stanco porto con me.

 

 

Sett. 1982

E le sere

li dalla Luciana

un grappino dopo aver cenato

tanto per scaldarsi

fra una nuvola di fumo

e gente che bestemmia

se la sorte non ha indovinato a dar le carte.

Due parole scambiate con Bon-Bon

che ha perso la memoria

dopo il quarto taj

e farfuglia di Dio e di religione

e di chi ha torto

e di chi ha ragione.

E fuori c'è una cappa d'umido

che ti avvolge ogni cosa

che quando entra qualcuno

entra l'inverno.

E, allora giù grappa che scende veloce

che brucia la gola

e allora giù grappa

fra il fumo e il vocio

tanto è venuta notte

e la sera, da solo nel letto

c'è bisogno di qualcosa che scaldi

che non faccia pensare che sei solo.

 

 

1984

Vorrei essere uno di quei gabbiani

che ora sfidano il vento

tenermi lì in alto

dove tutto è silenzio

salvo il batter delle ali.

Se si fosse gabbiani

si potrebbe volare vicino agli scogli

dove l'acqua del mare si fa spuma

e vedere dall'alto i fondali più chiari

se si fosse gabbiani

e lasciarsi portare verso il largo

dove il mare è più aperto

dove le onde diventano vive

e si muovon vezzose

come donne in amore;

vorrei perderci il cuore

a doppiare quel capo

e tuffarmi veloce verso il mare.

Se si fosse gabbiani

un po' bianchi un po' grigi

come il cielo, stamani

che non vuole decidersi a piovere

si potrebbe spiare nel porto

le barche che guazzano pigre

e poi spingersi al largo veloci

nel cielo bigio e ombroso

che ora si lascia andare

in una tenue pioggia.

 

1984

I miei pensieri corrono

dalla punta del pollice

alla capocchia rossa della matita

a Mia

lungo l'orlo un po' umido del bicchiere

e poi sulla coperta

che sale, che scende

seguendo il respiro.

E' un momento di stanca

con la radio

che a mezzo volume

trasmette un notturno

e la mente che passa un po' pigra

dal quadro alla sedia

ai vestiti scomposti

alla punta del pollice.

 

1984

Ogni tanto

sul balcone, un farfalla

- non ne esistono tante oramai -

si posa su un fiore, si alza

si posa su un altro

fa un giro completo

e svolazza lontano

lasciando ricordo nei fiori

ed un pizzico di dolce rimpianto.

 

 

 

1984

Tu su un'isola

tu sul mare

tu soltanto nei miei sogni

(o nei miei bisogni).

Pensarci davanti a un bicchiere di vino

fra coppie che parlano piano

e accolite chiassose di amici

che dici ? non dici ?...già !

adesso una luna diversa tu guardi

se guardi

e intanto una coppia vicina

si confida piano.

 

 

28 Mag. 1985

Voglio accarezzare questi colori

e renderli più vivi, più brillanti

più opachi e più caldi

farli mescolare come una crema variopinta

dargli il sapore di fragola e di menta

lasciarli scivolare lentamente

e ricomporli in un mazzo di fiori

da odorare (dolcemente).

 

 

 

1986

Oggi siamo in seicento

come a Balaclava

ad occupare i banchi

scomodi

di legno chiaro

e il vocio, poi brusio

interrotto da brevi messaggi

"attenzione"

sembra quasi di stare in stazione

ma non fischia nessuna motrice

solo l'ansia.

 

 

 

1987

Come se tu dovessi

afferrare il tuo ultimo istante

indugi a calmare nel sonno

le fatiche del giorno

e afferri già stanco

come dolci ciliege mature

o rintocchi del tempo

i minuti.